Identificati ed indagati alcuni manifestanti di Piazza Montecitorio. Malumori interni nel Centrosinistra sull'autonomia!

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    Identificati ed indagati alcuni manifestanti di Piazza Montecitorio. Malumori interni nel Centrosinistra sull'autonomia!

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    A seguito della grande manifestazione della sinistra contro l’Autonomia Differenziata, che ha avuto luogo di fronte a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, evento nel quale sono avvenuti diversi incidenti quali il tentativo da parte di alcuni manifestanti di entrare nel suddetto palazzo oppure, poco dopo, con il lancio di oggetti ed il tentativo di imbrattare lo stesso, le “conseguenze” promesse dal Ministro degli Interni Anastasia Cartolari in risposta ad un’interrogazione parlamentare del leghista Furlan hanno avuto luogo immediatamente con un ovvio eco mediatico. A 2 giorni dalla manifestazione in questione sarebbero poco più di un migliaio i manifestanti identificati dalle forze dell’ordine e tra di essi figurano molti volti noti di quelle proteste che spesso degenerano in scontri, black bloc e appartenenti ai centri sociali e molte altre persone ma a far discutere è la presenza, proprio tra gli identificati, di ben 1 sostenitore di La Rosa e 3 di Avanti Italia! i quali sarebbero stati riconosciuti come tali dalla presenza sui social di foto ad eventi dei partiti politici in questione. Gli identificati sarebbero tutti indagati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale mentre vengono scartate per adesso altre ipotesi di reato ancora più gravi. Saranno sentiti invece come persone informate dei fatti, naturalmente non indagate, il Segretario di La Rosa Nicola Dalfino, l’ex Segretario Paolo Bellini e, nelle fila di Avanti Italia!, La Segretaria Gaia Piras e la Portavoce Renata Moretti nonché i Segretari locali, provinciali e regionali di entrambi i partiti in qualità di “organizzatori” della manifestazione autorizzata.

    I problemi per gli organizzatori della manifestazione di Piazza Montecitorio non si limitano alla sfera legale e giuridica e si allargano anche a quella del dibattito politico dal momento che, a seguito della stessa, non sono tardate ad arrivare le critiche interna a La Rosa, principale partito del Centrosinistra i cui leader sono stati in prima fila nell’organizzazione della protesta e nel prendere la parola cavalcandola politicamente. Se da un lato molti amministratori ed ex amministratori locali facenti capo a La Rosa ed ai vecchi PD e M5S erano presenti all’evento assieme ai tanto sbandierati 70.000 contestatori della riforma, altri non ci stanno e fanno sentire la propria voce, primo fra tutti Roger de Menech (LR), Deputato che ha dichiarato sui social: “Che fine hanno fatto le proposte per i nostri territori di montagna e periferici?” chiedendo conto e ragione ai suoi “superiori” non tanto del voto contrario in aula al testo in questione quanto della mancanza di un’opposizione propositiva allo stesso con dialogo ed emendamenti criticando di fatto l’immobilismo del partito di cui fa parte in materia di proposte (non è mai stato proposto alcun emendamento sull’autonomia differenziata da parte di nessuno in ambo i rami del parlamento). Di parere critico anche l’ex Ministro Francesco Boccia che ha dichiarato alla stampa: “La proposta della Lega non va bene ma andava migliorata in aula secondo il principio propositivo che distingue il Centrosinistra” citando la Legge Delrio, criticando di fatto il partito e accusandolo velatamente di aver cavalcato strumentalmente il tema per catalizzare il sostegno di chi si oppone all’attuale Governo. Nel giro di 4-5 giorni, con l’annuncio della manifestazione che stava per compiersi, la progressiva presa di posizione del partito (per altro tardiva in termini di attivismo), le polemiche che hanno seguito gli interventi dei leader e degli scontri che sono seguiti, ha avuto luogo un calo di iscritti in seno a La Rosa per quanto riguarda le province di Belluno, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, storicamente sensibili al tema dell’autonomia (concettualmente) con un calo minore che comunque si aggiunge al totale anche nelle zone di Bergamo, Pordenone e Trento dove alcuni degli ormai ex iscritti che avrebbero riconsegnato la tessera potrebbero gettarsi nella “mischia” dei possibili astenuti alle prossime tornate elettorali o rivolgersi a forze di stampo autonomista che, pur differenti da La Rosa, hanno assunto posizioni più “civiche” e “moderate” (dalla Lega a, con tanti se e tanti ma, Nuova Democrazia nel suo nuovo tentativo di riconversione al centrismo “puro” senza dimenticare Forza Italia che contiene al suo interno ancora “sacche” di popolarismo che non disdegna parlare di autonomia). Per le stesse motivazioni e, stando ad alcuni comunicati ufficiali di dimissioni di dirigenti, segretari locali o provinciali o di semplici tesserati, anche per l’eccessivo appiattimento del partito nei confronti di Avanti Italia!, ex nemico ed adesso nuovo alleato che invece da sempre si è opposto alla riforma dell’autonomia differenziata non contenendo al suo interno personalità o correnti favorevoli alla stessa, molti restituiscono la tessera nelle province di Enna, Frosinone, Foggia e Crotone segnando forse l’inizio di una piccola, contenuta ma comunque rilevante per le dinamiche interne de Centrosinistra, crisi del partito che si riscopre non così tanto centralista come avevano lasciato intendere negli ultimi mesi i suoi leader. Molti dirigenti locali, tra cui alcuni dimissionari, si dicono delusi per “la deriva massimalista e figlia della cancel culture all’Americana che non fa sintesi e non vuole dialogare al suo interno” mentre qualcuno dal Veneto ricorda: "Il compianto Sergio Reolon con la LR 25/2014 promuoveva l'autonomia delle province, nel suo libro 'Kill Heidi' il tema della marginalità montana rispetto alla centralità delle grandi città di pianura era divenuto il mantra del Partito Democratico del Veneto. Oggi in La Rosa comandano i radical chic e sul territorio i circoli chiudono". Il piccolo “scossone” interno comporta tuttavia alcuni effetti pratici che difficilmente possono essere “camuffati” dagli organi di comunicazione di qualsiasi soggetto politico, sarebbero infatti 4 Deputati ed 1 Senatore ad auto sospendersi dal partito “in attesa di chiarimenti” dal Segretario Nazionale ricordando a quest’ultimo che nel partito deve necessariamente esserci spazio per i sostenitori dell’autonomia citando lo stesso ex Governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, da sempre favorevole seppure non rappresentativo della maggioranza del partito.


    Quest'Ansa è il risultato di ben 2 proposte inerenti alla stessa situazione. Sono stati tirati 2 dadi.

    Effetti:
    - Un calo di tesserati in "La Rosa" nelle zone indicate.
    - 4 Deputati e 1 Senatore di "La Rosa" si sono autosospesi in attesa di chiarimenti sul tema.
     
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