Congresso Lega 2030: candidatura unitaria nel segno dell'Autonomia

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    Presidente dell'Alleanza Galattica

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    Al centro congressi della fiera di Rimini non si vedranno colpi di scena circa la struttura del potere della Lega per Salvini Premier, o almeno questo è quanto emerso stamane al termine del deposito delle candidature alla Segreteria Federale.
    Una sola la candidatura depositata, quella di Sergio Furlan (Lega) aiutata - è innegabile - dal risultato raggiunto nelle ultime settantadue ore presso il parlamento italiano. L'approvazione dell'autonomia differenziata, che tanto scalpore sta generando sui media, avrebbe infatti fatto desistere una candidatura contrapposta all'attuale segreteria sia presso la segreteria regionale piemontese - dove Riccardo Molinari avrebbe placato i suoi alla luce della vittoria elettorale - ma anche presso quelle di Lazio e Roma Capitale dove il ras Claudio Durigon - capogruppo a Palazzo Madama - sarebbe rientrato nei ranghi della ragione ieri notte durante una riunione fiume nei pressi di Latina coordinata dal deputato Federico Freni considerato uomo del segretario proprio nella capitale.

    Il dopo Furlan vedrà ancora Sergio Furlan (Friuli Venezia Giulia) sulla poltrona più alta di Via Bellerio. Depositario del suo mantra, politico, elettorale ed anche di gestione partitica il politico friulano aveva vinto lo scorso congresso sul filone intitolato "Partito dei Territori", ovvero una visione di movimento molto federale e territoriale pur sempre nazionale ma quanto più incentrata su amministratori locali, provinciali e politici del territorio. Un partito della gente, il sindacato dei comuni, il movimento che guarda alle micro tematiche più che ai grandi traguardi internazionali ai quali, forse, ci si era abituati proprio con Matteo Salvini. Ora, seppur non tutto è andato come doveva in termini di percentuali, risultati e linea politica la proposta è destinata a strutturarsi in tal senso. Nel programma congressuale depositato capeggia la scritta "Lega è Territorio: +Autonomisti +Popolari" riprendendo sia lo slogan delle scorse elezioni politiche capace di attrarre anche voti dalle liste civiche e partiti locali e regionali, sia dando ancor maggior peso alla territorialità, anche in chiave rurale si annuncia, al partito che fu di Matteo Salvini. La chiave di lettura resta la volontà di aprire le liste a soggetti del mondo autonomista dei territori ed elementi di quel mondo popolare ormai annacquato da altri partiti. Sfuma, dopo la svolta sovranista, il pensiero di avvicinamento al Partito Popolare Europeo confermando l'esperienza di Identità e Democrazia anche dopo l'affermazione della convention di Trieste voluta sotto la segreteria dell'attuale e futuro segretario che si è così ricamato un ruolo in Europa presso gli alleati euroscettici. Come annunciato in precedenza l'ex sfidante di tre anni fa, Riccardo Augusto Marchetti, si sarebbe accasato nel listino dei delegati per il Consiglio Federale che si comporrà a questo punto di 46 membri di un listino bloccato. Fuori dalla corsa, non era neanche stata ventilata l'idea, il venetista Roberto Marcato promosso dal partito in una autorevole amministrazione locale veneta.

    A votare, questa volta, saranno in 279 (+5) rispetto alla volta scorsa ma sono molti, moltissimi, i militanti attesi a Rimini in considerazione del fatto che il movimento avrebbe organizzato bus e trasporti per riempire il padiglione della fiera al fine di celebrare un congresso di carattere popolare scongiurato il voto tra fazioni e parti del movimento. De facto sarà una votazione per acclamazione, spazio dunque ad alcune sorprese che il candidato avrebbe già annunciato e in molti iniziato a pensare che il nome del partito sia messo in discussione.




     
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