Sì al triumvirato leghista! Salvini cede lo scettro, dopo le elezioni il congresso

Milano, Via Bellerio, il consiglio federale leghista delibera la svolta: "Matteo Salvini, segretario federale e leader del partito oltre che vicepresidente del consiglio, ci ha comunicato la sua intenzione di andare a congresso federale". La nota è breve, non lascia spunti all'immaginazione o a voli pindarici di sorta, la Lega Salvini Premier si appresta ad un nuovo cambiamento epocale poiché dopo le prossime elezioni politiche vedrà convocati i delegati da ogni regione d'Italia per scegliere - e votare - il prossimo segretario federale. "Matteo ha indicato la via che negli scorsi giorni diversi parlamentari avevano sostenuto, sì al triumvirato transitorio e subito al lavoro pancia a terra per le elezioni" aggiungono dal gabinetto leghista che de facto vara nell'immediato il periodo transitorio ratificando ex tunc l'organo provvisorio composto dal Senatore friulano Sergio Furlan - per il nord - da sottosegretario al lavoro il laziale Claudio Durigon - per il centro - e dall'ex senatore, oggi consigliere politico dello stesso vicepremier, il lucano Pasquale Pepe - per il sud e le isole - andando così a comporre il triumvirato tanto auspicato. Blindata la dicitura 'Salvini Premier' nel simbolo in vista delle elezioni poiché ricordano dall'organo federale "Nel centrodestra vige la regola che chi prenderà un voto in più guiderà l'esecutivo" chiarendo quindi che l'attuale ministro dei trasporti, in caso di affermazione leghista sarà indicato dallo stesso movimento come leader della coalizione. Identificata in linea di massima la location del congresso federale che seguirà il momento elettorale - Arezzo o Perugia le favorite - sdoganando così il Nord Italia in favore di una sede più centrale per il popolo leghista che invierà da ogni regione un numero di delegati in proporzione al numero dei militanti per regione, teorema matematico che per forza di cose favorirà le regioni settentrionali - Lombardia e Veneto su tutte - a discapito delle regioni meno popolose e con meno soci ordinari militanti anche se non si escludono sorprese dai molti delegati che potrebbero esprimere Lazio, Toscana ed Umbria. Il leader leghista, all'uscita dal consiglio federale, non ha voluto rilasciare molte dichiarazioni limitandosi alle frasi circa il naturale ricambio della segreteria ed aprendo alla possibilità di un ruolo duale tra segretario di partito e leader dello stesso.