Conferenza stampa II Consiglio dei Ministri

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    Con una nota di Palazzo Chigi si rende noto che nella giornata di domani si terrà una conferenza stampa per presentare le proposte del secondo consiglio dei ministri.
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    Prende la parola e apre la conferenza stampa il Presidente del Consiglio on. Giorgia Meloni



    "Buongiorno a tutti i presenti, vi ringrazio per essere qui, in questa prima conferenza stampa post consiglio dei ministri, convocata per annunciarvi e presentarvi con il Ministro Fabbri le misure prese in sede di consiglio dei ministri. La Riforma del Sistema Pensionistico, le misure contro il caro bollette e la legge finanziaria sono le misure importanti adottate. La Riforma del Sistema Pensionistico e la Finanziaria saranno legge già nelle prossime ore con la promulgazione in Gazzetta Ufficiale dei Decreti Legge, mentre sul Caro Bollette la palla balza alle camere che saranno chiamate a discuterlo e discutere ovviamente anche i due decreti.
    Il Consiglio dei Ministri ha partorito misure importanti nonostante l'assenza dei ministri della Lega, gira voce anche di eventuali dimissioni del Ministro Bressan, che ho visto l'ultima volta al giuramento. Io invito la Lega, sentirò prossimamente il Ministro Salvini, assente in CdM, a partecipare i lavori e comunicare eventuali problematiche sulla compagine di governo.
    Non ho niente da nascondere signori, invito il Ministro Bressan e Salvini a dialogare con l'esecutivo, dialogo avvenuto tranquillamente con i colleghi forzisti che condividono con noi questa esperienza in maniera leale e sincera.
    Noi ammiriamo che parla schiettamente dinanzi a noi, non chi sbatte la porta del Consiglio dei Ministri e va in tv a chiedere il permesso del segretario per dimettersi.
    Chiediamo chiarezza alla Lega e ai suoi ministri verso di noi e verso gli italiani che hanno votato il centrodestra.
    Ora la parola al Ministro Fabbri."
     
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    Prende parola il Ministro dell'Economia e delle Finanze Riccardo Fabbri (FdI).
    «Grazie Presidente, buongiorno a tutti. Il lavoro che ci ha portato alla elaborazione e alla approvazione in Consiglio dei Ministri della Legge Finanziaria, della Riforma del sistema previdenziale e del Piano di contrasto all'inflazione energetica è stato complesso, ma ha dato i suoi frutti. Tenterò di essere breve.
    La riforma del sistema pensionistico si rende necessaria a fronte dell'imminente ritorno in vigore della riforma elaborata dalla Ministra Elsa Fornero nel 2011. Questa riforma integrale del sistema pensionistico consentirà il risparmio del 4% del Prodotto Interno Lordo, con una notevole riduzione del peso della spesa per pensioni sulla spesa pubblica, una delle più elevate incidenze del mondo. Inoltre, il sistema così creato avrà una chiara matrice di assicurazione pubblica, principio a cui dovrebbe ispirarsi un corretto sistema pensionistico statale, equo ed efficiente, attento ad assistere i più poveri e a non creare squilibri intergenerazionali. Nel concreto, le misure principali di questa riforma sono l'innalzamento del trattamento economico minimo, da 515 euro a 850 per la pensione di anzianità lavorativa, e 700 per la pensione di anzianità universale, da ora in poi sopra la soglia di povertà; la fissazione di un nuovo massimale per le erogazioni mensili pari a 3.000 euro. La suddivisione tra pensione di anzianità universale e pensione di anzianità lavorativa si è resa necessaria al fine di incentivare la ricerca di lavoro e disincentivare l'evasione fiscale e per differenziare al meglio le prestazioni previdenziali propriamente dette e le prestazioni assistenziali. Per quanto riguarda la pensione di anzianità lavorativa, l'età minima è fissata a 65 anni con 43 anni di lavoro, un compromesso che abbiamo ragione di ritenere fondamentale tra le esigenze di finanza pubblica, l'incremento del tasso di partecipazione, il contrasto alla povertà nella vecchiaia e la necessità, che dovrà essere momentaneamente posticipata, di ridurre il carico fiscale sui lavoratori, in particolar modo quelli più giovani. Naturalmente, saranno tutelati i lavoratori invalidi e quelli impiegati in professioni usuranti, che godranno di particolari benefici.
    Passando al prossimo punto. L'inflazione energetica metterà a rischio il prossimo anno, sul lato dell'attività produttiva, la competitività delle nostre imprese e la sopravvivenza di interi settori del nostro apparato economico. Sul piano sociale, milioni di famiglie si troveranno in gravi difficoltà finanziarie e il loro potere di acquisto si contrarrà, e la povertà aumenterà enormemente in assenza di azione da parte del governo. Per questo si rende necessario un intervento deciso, che permetta di ridurre l'impatto dei costi energetici su imprese e famiglie e scongiurare un collasso dell'economia reale altrimenti inevitabile. Il piano che vi presento, simile a quello adottato anche da altri paesi europei, si compone di due parti principali. La prima fissa un prezzo massimo applicabile in bolletta sui consumi di energia elettrica e gas naturale sul 80% dei consumi, ovvero 0,40 euro per KWh per l'energia elettrica e 1,40 euro per standard metro cubo per il gas. In questo modo, una parte rilevante dell'inflazione energetica verrà assorbita dallo Stato, che si farà carico di parte dell'aumento del prezzo, ma verrà mantenuto un incentivo al risparmio energetico, grazie alla quota del 20% che sarà totalmente a carico dei consumatori finali. Tali misure impegneranno, secondo le previsioni, 61 miliardi di euro. La seconda parte tratta della concessione di un credito d'imposta alle imprese per l'installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile destinata all'autoconsumo. In tal modo, le imprese potranno autonomamente e senza costi aggiuntivi contribuire a ridurre i consumi di energia e dunque i prezzi di elettricità e gas naturale, nonché migliorare la propria competitività in un momento tanto complesso. Questa seconda parte in particolare è stata redatta in collaborazione con l'Onorevole Ferrero, che ha accettato di unire il suo progetto di legge, che ringrazio pubblicamente per la cortese disponibilità. Come avevo annunciato, il governo si è dimostrato pronto a contrastare l'inflazione energetica e a portare stabilità nella nostra economia: abbiamo lo spazio fiscale per intervenire e lo abbiamo fatto, al pari degli altri grandi paesi europei, per sostenere le nostre famiglie e le nostre imprese.
    Infine, la Legge Finanziaria. Per l'anno 2023, vengono inseriti i risparmi derivanti dalla riforma previdenziale e i maggiori oneri derivanti dal piano di contrasto all'inflazione energetica. Il surplus, pari a 9 miliardi di euro, viene distribuito tra una prima riduzione dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive per 3 miliardi, investimenti per 4 miliardi e riduzione del disavanzo per 2 miliardi. La completa abolizione dell'IRAP è prevista per l'anno 2024. Con la prossima Legge Finanziaria avremo modo di inserire ben più di quanto previsto al momento: con il poco tempo avuto a disposizione e con l'incertezza riguardo al futuro, questo è quanto ci è stato possibile fare. Ma saremo fin da domani al lavoro al Ministero per portare avanti le molte altre misure in programma, ve lo assicuro. Detto questo, vi ringrazio per l'attenzione.»

     
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2 replies since 28/10/2022, 22:25   113 views
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