La Rosa "commissariata": parte della direzione nazionale e ben 17 regioni affidate a "commissari"

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    Archiviata la cocente sconfitta alle elezioni politiche del 2031 arriva ciò che era già stato preannunciato dal segretario Giovanni Gentile ovvero il commissariamento dei vertici del partito. La decisione arriva tramite un comunicato ufficiale della segreteria diffuso dai canali ufficiali del partito ed è dunque ufficiale. La Rosa è stata ufficialmente commissariata in gran parte e il comunicato ne motiva le ragioni:

    "In virtù della sconfitta alle elezioni politiche del 2031 che hanno visto il nostro partito e in generale la nostra area politica ai minimi storici la segreteria del partito si è riunita in una discussione per decidere quali passi intraprendere per poter riportare il partito ad essere competitivo nelle prossime tornare elettorali. Questa discussione ha portato ad una decisione che prevede la ristrutturazione totale dei vertici della direzione nazionale e delle segreterie regionali. Ciò è dovuto al fatto che per avere un partito forte e necessario avere anche una nuova aria nella direzione nazionale e nelle varie segreterie regionali. Crediamo ancora nella territorialità del partito e nall'autonomia dei circoli locali ma non possiamo che renderci conto che i candidati scelti dai territori sono stati bocciati ampiamente dagli elettori così come varie scelte a livello nazionale del partito, che si sono tramutati in errori, che la nuova direzione nazionale tenterà di risolvere lavorando proprio per la rigenerazione del partito in vista delle prossime tornate elettorali. In tutto questo sarà necessario avere nelle direzioni di tutta Italia del partito una nuova classe dirigente per risollevare le sorti di una crisi che ha raggiunto il culmine".

    Tra le misure persino il commissariamento di 4 cariche della stessa segreteria nazionale: la presidenza del partito passa a Guglielmo Fabrizi, la vicesegreteria affidata a Marco Furfaro, la vicepresidenza invece va a Debora Serracchiani, il coordinamento nazionale rimane vacante ed affidato ad interim al segretario. Il capogruppo all'assemblea nazionale sarà Francesco Boccia.

    Commissariati anche alcuni ruoli della direzione nazionale come il responsabile Contrasto alle Mafie, Legalità e Trasparenza che diventa la giurista Anna Falcone.
    Il responsabile Enti Locali diventa invece Stefano Lo Russo, sindaco di Torino uscente, in sostituzione di Emiliano.
    Alla Giustizia va invece il beneventano Luigi Diego Perifano, avvocato noto dell'omonima città, che sostituisce Serracchiani.
    Come responsabile dell'organizzazione del partito viene messo Stefano Bonaccini che sortisce Schlein passata invece a responsabile della Partecipazione e Formazione Politica.

    Oltre alla direzione nazionale, come già annunciato, sono state commissariate anche varie segreterie regionali che ammontano ad un totale di addirittura 17 commissariamenti, quindi ben 17 segretari regionali "commissari".
    Ad essere soprattutto colpite sono state le regioni del Sud dove il partito ha ottenuto risultati giudicati "oltre che insufficienti e assolutamente deludenti arrivando addirittura in ultime posizioni superati anche da un giovane movimento quale Equità Territoriale non soddisfacendo dunque nessun obiettivo" e ciò è valso il commissariamento di tutte le segreterie regionali del sud Italia compreso l'Abruzzo.
    Commissariata la Sardegna, che passa alla gestione di Alessandro Solinas ex governatore della regione, la Basilicata va al consigliere regionale Vito Santarsiero, la Campania al responsabile del terzo settore Angelo Moretti, la Puglia all'avvocato civilista e consigliere regionale Raffaele Piemontese, il Molise al capogruppo consiliare Danilo Leva mentre l'Abruzzo al rettore universitario Luciano D'Amico.
    Non si salvano, a sorpresa, nemmeno le sensibili regioni presto al voto per il nuovo presidente, ovvero Sicilia e Calabria. Nella prima nominato commissario il medico Pietro Bartolo unico eletto all'assemblea nazionale per le isole, nella seconda invece Florindo Rubettino. Il commissariamento in Sicilia ha fatto sorgere giusti interrogativi se la linea tracciata precedentemente da Barbagallo sarà proseguita. Rassicurazioni da Bartolo che conferma la partecipazione alle primarie ma frena sul sostegno a nomi controversi.

    Anche al centro situazione turbolenta anche se i risultati sono stati giudicati comunque buoni, tuttavia hanno pesato anche le regionali, si salva solo il Lazio che ha comunque dovuto eleggere un sostituto di Fabrizi ora alla segreteria.
    Dal commissariamento non si salvano dunque le Marche che vengono affidate all'avvocato e consigliere Fabrizio Cesetti, l'Umbria affidata al già commissario nel 2019 Walter Verini, neppure la Toscana si salva dopo i brutti risultati alle regionali e viene dunque affidata all'ex presidente del consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo. Per il Lazio invece discorso diverso, Fabrizi lascia il posto per entrare nella segreteria nazionale del partito, dove è stato invece eletto un nuovo segretario dall'assemblea regionale del partito ovvero Massimiliano Valeriani.

    Al nord situazione migliore invece dove si salvano sia la Lombardia sia la Valle d’Aosta dove i risultati sono stati ritenuti sufficienti a salvare le segreterie considerando anche la difficoltà della Lombardia e l'ottimo risultato a doppia cifra in Valle d’Aosta.
    Nubi nere nel nord-ovest, commissariamento per il Piemonte Mauro Salizzoni mentre in Liguria Renzo Guccinelli. In Veneto come commissario l'ex sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, in Friuli Venezia Giulia invece il presidente del gruppo consiliare Diego Moretti. Nemmeno l'Emilia Romagna si salva dopo aver perso il primato della regione rossa ed è dunque stato nominato il ferrarese Renato Finco. Infine nel Trentino-Alto Adige nominata commissaria Paola Ferraro.

    La durata delle nomine, come si legge dal documento, varrà fino al prossimo congresso che avverrà subito dopo le europee nel 2034 in linea con la scadenza del mandato della segreteria
     
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