L'Osservatore Romano - edizione 17/07/2018

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    Direttore dell'Osservatore Romano

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    ESPLODE IL VATICANO

    DOPO OLTRE 2.000 ANNI LA CHIESA CATTOLICA SI SPACCA IN DUE.
    E' GUERRA APERTA FRA LE SCHIERE CONSERVATRICI DEL PAPA E LA SCHIERA DEI PRELATI
    PROGRESSISTI



    fulmine


    E' guerra aperta in Vaticano.
    Era dall'epoca di Papa Francesco che non si vedeva una forte crisi di identità in seno alla Chiesa Cattolica. Papa Giovanni Paolo III è l'artefice di questo scontro, uno scisma probabile e dottrinale fra ultra-conservatori e progressisti, scatenatosi in Francia nelle ultime settimane.
    Il Papa ha attaccato il Governo di Parigi perchè colpevole di aver minato la stabilità della famiglia, attaccando i diritti umani della donna messa al servizio dell'utero in affitto. L'esortazione apostolica alla ribellione mediatica da parte del Pontefice verso i fedeli francesi, ha scatenato una serie di risposte e contr'attacchi da parte del Presidente Sarkozy e persino di Diocesi in seno alla Francia.
    Il mondo guarda la Chiesa divisa, se da una parte la Conferenza Episcopale Europea è a favore del Papa, in Francia e persino in Vaticano vi sono correnti anti-papali e più moderate.
    Si cerca di trovare il modo per colpire il Vangelo laddove secondo i media e Sarkozy, Giovanni Paolo III ha divulgato il messaggio sbagliato, in quanto fede e stato devono essere separati.
    In Francia intanto, sono scattate le indagini su presunti vescovi colpevoli di favoreggiamento a possibili golpe.
    Una guerra che non si vedeva dai tempi di Napoleone.

     
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    On. Dott. Giovanni
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    Sempre rispetto per la nostra giuda spirituale del nostro Pontefice. Una giuda e un faro per noi credenti.
     
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    Caesari quae sunt Caesaris, diceva una persona più importante di me. Se le ingerenze vaticane sulla vita politica sono da noi in Italia ben conosciute, ben più grave e inaudito l'agire in questa situazione - che potrebbe causare spaccature e problemi di ordine pubblico e sociale anche al di fuori del piano ecclesiastico. Il mio plauso va invece al presidente Sarkozy, il cui agire volto a difendere la laicità dello Stato pur non essendo, sul piano politico e morale, d'accordo con il provvedimento in questione è un faro per l'Europa.
     
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  4. Antonino Marotta
     
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    Le ingerenze Vaticane non ci devono essere ma neanche quelle dei pedofili e delle lobby gay... quindi se i pedofili influenzano la politica francese e italiana perché gli altri non dovrebbero?
     
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    Il presupposto della laicità dello Stato lo dobbiamo, nel paradosso, ad un fine filosofo cattolico molto vicino alla Chiesa cattolica, Jacques Maritain. Jacques Maritain diceva "Se un giorno potrà fondarsi una società politica giusta, ciò sarà solo possibile grazie alla libertà. Ed infatti grazie alla libertà, i popoli verranno portati alla comune volontà di vivere assieme in pace". Era, peraltro, questo uno dei passi preferiti da papa Paolo VI che lo ripeteva sia ai discorsi alla Fuci, sia nei discorsi delle udienze del mercoledì, sia nelle omelie.
    Sulla disobbedienza al papa in nome della democrazia si sono spesi fiumi di carta. Mi viene particolarmente in mente quel che successe in Italia nel 52, per le elezioni romane. Pio XII, dopo il secco "No" di Alcide De Gasperi, che di certo non era anticlericale ma anzi tutt'altro, voleva scomunicarlo per disubbidienza al papa: Pio XII voleva che la DC si candidasse insieme al MSI alle comunali di Roma per evitare che i comunisti vincessero, mentre De Gasperi si oppose e vinse lui quelle elezioni senza allearsi. In quel momento storico, la chiesa italiana si spaccò: i "petrini" in Italia ed in Vaticano, tra i tanti i cardinali Siri, Ruffini, Ottaviani, e Shuster oltre, ovviamente, alcuni curiati come il cardinal Marchetti Selvaggiani, noto ecclesiastico ex tesserato al PNF, erano a favore della scomunica di Alcide De Gasperi, mentre la maggioranza dei cardinali ed ecclesiastici italiani erano contrari, persino dentro il vaticano il cardinale Tisserrant ed il segretario particolare del papa, monsignor Montini, spinsero Pio XII a non firmare la scomunica.
    Le fratture fanno bene: permettono di evidenziare dei punti deboli da ricucire e su cui crescere. Distinguere la Chiesa dallo Stato, peraltro, fu una delle grandi concause che divisero la Chiesa già un millennio fa. Creare oggi una situazione similare non è auspicabile: Dante parlava del papato come del faro dello Spirito, che guida le anime a Dio, mentre parlava dello stato come del faro dell'Uomo, che guidava le anime alla comune e pacifica vita. Pensare che queste parole, di oltre sette secoli fa, siano oggi cadute nel dimenticatoio è drammatico.


    Questo il commento di Sandro Lemma su L'Avvenire.
     
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4 replies since 17/7/2018, 11:43   135 views
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